mercoledì 18 dicembre 2013

Un'amicizia pericolosa - Suzanne Rindell

Rose è una ragazza semplice e modesta che lavora come dattilografa presso la centrale di polizia di Manhattan. Le sue giornate scorrono tranquille con le colleghe e il sergente, uomo che ammira per il suo forte senso di giustizia. Rose ha un aspetto ordinario, modi all'antica e forti principi morali frutto dell'educazione ricevuta in orfanotrofio. Un giorno in ufficio arriva Odalie, pettinatura alla moda, vestiti eleganti, l'atteggiamento spregiudicato di una ragazza moderna. Sono gli anni del jazz e Rose si scopre incantata dai suoi modi, desidera essere come lei. Un incontro che le cambierà la vita, l'inizio di un'amicizia pericolosa.

Dopo aver letto Il grande Gatsby ed aver apprezzato le atmosfere luccicanti degli anni ruggenti, ho pensato di leggere qualcosa ambientato nello stesso periodo.

Siamo nel 1924, gli Stati Uniti stanno vivendo un periodo d'oro e le nuove generazioni assaporano il gusto del sogno americano. Per far fronte ai divieti imposti del proibizionismo nascono gli speakeasy, locali dove si può "parlare in tranquillità" sorseggiando alcolici. Le flapper girl animano le serate ballando fino all'alba a ritmo di jazz con i loro caschetti, i fili di perle e gli orli delle gonne sempre più corti.


Rose è una ragazza che non appartiene a questo mondo dorato. Non è ricca e tutto ciò che oggi possiede ha lavorato duramente per averlo, un buon impiego, un appartamento in affitto, una vita dignitosa. L'educazione rigorosa e austera ricevuta dalle suore in orfanotrofio l'ha resa una persona corretta e modesta, senza troppi fronzoli. Ammira con rispettosa distanza il sergente con cui lavora, ne apprezza il rigore morale e il forte senso di giustizia. Avverte il peso del lavoro di dattilografa, la responsabilità etica di riportare fedelmente gli interrogatori e le confessioni di pericolosi criminali e gangster. Il lavoro riempie le sue giornate, è una ragazza tremendamente sola, non ha amiche tra le sue coinquiline né tra le sue colleghe.
Quando conosce Odalie, in un primo momento la guarda con sospetto, si sente a disagio in sua presenza. Una ragazza moderna, dal caschetto nero, le labbra scarlatte e abiti di classe. Una "femmina" che trasuda sicurezza, dai modi a volte sfacciati, inadatti ad una signora. Riesce ad incantare tutti con la sua naturalezza.
Rose si scopre attratta da quell'ideale di donna, Odalie è ciò che segretamente brama di essere. Guardata, ammirata, desiderata. 
Nonostante le diversità, tra loro nascerà un'amicizia. Sarà l'inizio di una nuova vita per Rose, ma il prezzo da pagare sarà molto alto. Odalie nasconde più di un segreto dietro il belletto, il lusso che la circonda lo ha conquistato con mezzi più o meno leciti.

Che cos'era la giustizia, se non il conseguimento di un risultato?

Dopo alcuni capitoli introduttivi sull'incontro tra le due donne e sulla nascita della loro amicizia, il romanzo si trasforma in un giallo psicologico. Parte in sordina, ma prende quota fino a rivelarsi una buona lettura. In uno scenario dal sapore retrò si dipana una vicenda a tinte fosche che supera le aspettative iniziali.
I personaggi sono ben caratterizzati e tra crimini, misteri e colpi di scena, Suzanne Rindell offre un quadro accurato dei ruggenti anni 20.  E' evidente lo studio effettuato dall'autrice per la stesura del romanzo.
Un buon esordio, presto sarà adattato per il grande schermo e avrà come protagonista Keira Knightley.

Un piacevole giallo psicologico

Nord, 17.60€, 358 p.
Prima edizione originale: 2013

L'autrice
Suzanne Rindell sta conseguendo un dottorato in Letteratura Americana Moderna alla Rice University. Un'amicizia pericolosa è il suo romanzo d'esordio, fonte di ispirazione sono state le ricerche per la sua tesi di laurea sulla cultura degli anni 20. Vive nella città di New York e sta lavorando alla stesura del suo secondo romanzo. Dalle prime indiscrezioni, dovrebbe ruotare intorno alla scena letteraria del Greenwich Village negli anni 50.

martedì 17 dicembre 2013

Le streghe di East End - Melissa de la Cruz

Joanna e le sue due figlie Freya e Ingrid vivono nella cittadina di North Hampton. La loro è una famiglia un po' speciale dotata di poteri soprannaturali, hanno però rinunciato alla magia poiché accusate di stregoneria e condannate durante la famosa caccia alle streghe di Salem del 1692. Joanna è una donna dal carattere forte, le sue figlie sono molto diverse tra loro: Ingrid è una bibliotecaria ed è la parte razionale della famiglia, mentre Freya lavora come barista ed è la più turbolenta. Nella loro cittadina la vita sembra scorrere tranquilla finché non iniziano ad accadere strani fenomeni...

Il genere urban fantasy non è uno dei miei preferiti, ma poiché la serie televisiva Witches of East End mi è piaciuta ho pensato: perché non leggerne anche i libri?
Seguo con piacere il telefilm perché è misterioso ma leggero, ha un'atmosfera magica e familiare come Streghe, divertente e romantica come Desperate Housewives.


Nel romanzo non c'è suspense, manca l'azione e la magia poi dov'è? L'autrice si limita ad inserire qualche previsione del futuro e qualche pozione d'amore qua e là.
La trama la conoscevo già, ma il libro e la serie tv differiscono per alcuni particolari. Nel libro si avverte soprattutto la mancanza di Wendy, la sorella di Joanna, un personaggio destabilizzante che dà uno scossone alle dinamiche familiare e crea nuovi equilibri.
Nella serie tv adoro la figura di Ingrid, timida e pacata, appassionata di libri e studiosa di stregoneria, nel libro sembra solo una bacchettona. Joanna, la mamma, è la colonna portante della famiglia, tra le righe non ho trovato la sua forza e il suo coraggio, l'ho trovata molto insipida. Freya è il personaggio che sul piccolo schermo mi piace meno, viziatella e capricciosa, eppure ha una sua ragion d'essere. Nel romanzo è solo una ragazzetta frivola e di facili costumi.
Lo stile di scrittura è banale e infantile. Non lo trovo un libro adatto ai più piccoli per via di alcune scene esplicite, non lo consiglierei ai più grandi per il lessico povero.
Mi aspettavo di meglio perché Melissa de la Cruz collabora alla sceneggiatura della serie, eppure il suo romanzo non mi ha convinto affatto.

Superficiale, si dimentica con facilità

Leggereditore, 10.00€, 294 p.
Prima edizione originale: 2011. 

giovedì 12 dicembre 2013

Il paradiso perduto - Andrew Pyper

Il professor David Ullman è un esperto di letteratura demoniaca, in particolare del Paradiso Perduto di Milton. Nonostante i suoi studi, David non è un credente e pensa che il Male sia solo un'invenzione umana. Un giorno riceve un invito a recarsi a Venezia per assistere ad uno strano fenomeno, fornire la sua opinione in merito e ricevere un'ingente somma di denaro. In fuga dai problemi che lo attendono a casa, David accetta di partire con l'amata figlia undicenne Tess, vedendo il viaggio come un nuovo inizio. Lo aspetta un percorso ai limiti del razionale in cui si ritroverà a combattere contro i suoi demoni interiori.

Quando ho studiato Paradiso Perduto di Milton ricordo di averne tentato la lettura... Un poema epico del 1667 che racconta l'episodio biblico della caduta dell'uomo, la tentazione di Adamo ed Eva da parte di Satana e la loro conseguente cacciata dal Giardino dell'Eden. Ironico, visionario, onirico. Era come pensare di leggere da sola La Divina Commedia. Impossibile. Quando ho letto la sinossi del romanzo di Pyper ho pensato: ecco l'occasione per riavvicinarmi alla storia con la prosa contemporanea.
Appena ho iniziato a leggerlo ne sono rimasta rapita.

David Ullman è uno di quegli insegnanti che sanno farti amare la loro materia sin dalla prima lezione, uno dei pochi che si ha la fortuna di incontrare nel corso della vita accademica. E' uno studioso appassionato, Paradiso Perduto di Milton non è solo un capolavoro letterario per lui, è il punto fermo delle sue lezioni e della sua vita.
Sebbene sia un profondo conoscitore della letteratura che ruota intorno alla personificazione del Male, egli non crede. Il Bene e il Male sono frutto della fantasia umana, sono semplici fonti di ispirazione per alcune tra le più importanti opere letterarie.
"Forse ci sbagliavamo a pensare che erano solo parole su una pagina, professore!"
Eppure David è un uomo che il Male l'ha conosciuto, l'ha assaggiato. Convive con lo spettro della sua depressione da una vita intera. Un episodio tragico ha segnato la sua infanzia, ha popolato il suo sonno di incubi fin troppo realistici, ha velato le sue giornate di amara malinconia.
Come può una persona che ha vissuto il dolore sulla propria pelle non credere a nulla?
C'è qualcosa però in cui crede: l'amore per la sua piccola Tess, il gioiello della sua vita. Una ragazzina sveglia e intelligente che sta per affacciarsi al momento difficile dell'adolescenza. Come David, ha anche lei un animo inquieto.
 "Non è del buio che ho paura" mi corresse. "Ma di quello che c'è dentro il buio."
E' per Tess che decide di affrontare il viaggio, di combattere il suo inferno personale. Per diventare il papà sereno e rilassato che non è mai riuscito ad essere, per regalare a sua figlia la tranquillità che merita.
Durante il cammino che dovrà affrontare, David sarà costretto a rivedere le sue ferme convinzioni, le sue certezze vacilleranno e sarà portato ad oscillare tra scetticismo e fede.

E' un thriller a sfondo religioso con sfumature horror, abbraccia tematiche eterne quali la lotta tra il Bene e il Male, tra angeli e demoni, nonché l'amore sconfinato di un padre per la propria figlia.
Il personaggio di Tess spicca in mezzo tra i protagonisti, ha un'intelligenza vivace, ha quello scintillio nello sguardo che le permette di andare oltre la realtà come solo gli occhi di un bambino sanno fare.
Il lessico è ricercato, ma lo stile è fluido ed elegante.

Un viaggio interiore, un cammino spirituale, ma anche un'avventura on the road. Questo è Il paradiso perduto.
"Il Giovanni dell'Apocalisse direbbe che ci stanno preparando" "Per cosa? Il Gran Finale?" "Quello viene un po' dopo. Prima c'è la discesa. L'Apocalisse. L'Anticristo."

★★
Da leggere con la luce accesa.

Fanucci, 12.90€, 316 p.
Prima edizione originale: 2013.

> Potrebbero piacerti anche: Il discepolo di Elizabeth Kostova, L'esorcista di William Blatty, Il talismano di Stephen King.

mercoledì 11 dicembre 2013

Il grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald

Nick Carraway un giovane agente di borsa, si trasferisce sulla costa settentrionale di Long Island in una casa modesta circondata dalle sfarzose dimore dei nuovi ricchi. Inizia a frequentare i sontuosi ricevimenti tenuti dal suo vicino di casa, il signor Gatsby. Il suo passato è avvolto nel mistero: c'è chi dice che abbia frequentato Oxford e chi invece insinua che si sia arricchito con attività illecite. Oltre ogni pettegolezzo, Gatsby vorrebbe riconquistare il cuore della sua Daisy, conosciuta quando lui era ancora un povero ragazzo di campagna e lei una giovane ereditiera. Si erano giurati eterno amore, ma la guerra li ha divisi e lei ha sposato un altro. Si può ripetere il passato?

Siamo a Long Island, New York, nei ruggenti anni '20, la guerra è da poco finita e ha fatto posto ad una grande prosperità economica. Sono gli anni in cui esplode il jazz e si assiste alla nascita di nuove tecnologie quali il grammofono, la radio, l'automobile e il cinema.
Fitzegerald spalanca le porte dell'alta società americana e ci mostra come vivono i nuovi ricchi. Si dilettano tra feste mondane, gite in città e cene eleganti, sempre alla ricerca del divertimento.
Assidui frequentatori di questi party luccicanti sono i nostri protagonisti. Nick Carraway ci fa da narratore, è un agente di borsa appena uscito da Yale che lavora sodo per entrare nella cerchia dei nuovi ricchi. Non lo vediamo però sgomitare per il successo, non è un uomo invidioso, ma ha un animo puro. Diventa amico del Grande Gatsby, il re delle occasioni mondane, un uomo carismatico dal conto milionario e il passato misterioso. Egli è da sempre innamorato di Daisy, una ragazza avida e capricciosa sposata con ricco giocatore di polo.
E' sorprendente l'evoluzione del personaggio di Gatsby a cui si assiste nel corso della storia. Ci mostrerà fragilità e insicurezze fino a svelare il suo lato romantico nell'impegno profuso a riconquistare la sua amata Daisy. Dimostrerà di essere l'ultimo dei sognatori in una società meschina, ormai corrotta dal denaro.
Tra le pagine del romanzo conosceremo infatti una generazione ricca, viziata e annoiata che ammazza il tempo tra fiumi di champagne e saltando da un party all'altro a bordo di lussuose automobili.
Dietro i lustrini si nasconde l'ipocrisia di una società profondamente sterile, in lenta decadenza. Sono le contraddizioni che costellano l'età del jazz, ma con la Grande Depressione del '29 si assisterà al definitivo crollo delle illusioni.
Nel romanzo si respira un forte senso malinconia per quei valori andati persi, l'amarezza della solitudine in un mondo frenetico e chiassoso.
Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato.

★★
Un capolavoro quanto mai attuale.

Newton Compton, 0.99€, 128 p.
Prima edizione originale: 1925.

domenica 8 dicembre 2013

La casa stregata e L'orrore a Red Hook - Howard P. Lovecraft

La casa stregata - A Providence si erge un'antica abitazione, decadente e malsana. Tutte le persone che vi hanno abitato sono morte in circostanze misteriose, così la casa è da anni abbandonata, immersa in una fitta vegetazione. Un curioso osservatore e suo zio, il Dott. Whipple, decidono di far luce sullo strano fenomeno e iniziano a scavare nel passato della tetra casa.
L'orrore a Red Hook - Thomas Malone è un ispettore di polizia in servizio a Brooklyn nel quartiere di Red Hook, un "labirinto di squallore e immigrazione". Il poliziotto dovrà fronteggiare il disordine che è venuto a crearsi per mano di una gang di stranieri dedita alla pratica delle arti occulte.

Lo ammetto. Ho acquistato questo libro pensando che La casa stregata fosse un romanzo breve. Se avessi letto tutta la sinossi sul retro e mi fossi accorta che si trattava di due racconti, avrei lasciato il libro sullo scaffale. Non sono solita leggere racconti, finiscono in fretta mi lasciano l'amaro in bocca.
Fortuna che quel giorno non ho letto tutta la quarta di copertina perché Lovecraft è stato per me una rivelazione.

La casa stregata è forse l'opera più famosa dello scrittore americano. Quella che potrebbe sembrare una vecchia dimora come tante altre prende vita tra le righe trasformandosi in un luogo misterioso e inquietante. L'atmosfera soffocante dell'esterno data dalla fitta vegetazione dà un assaggio di cosa può riservare l'ambiente interno. Tra muffe, odori mefitici e aure demoniache il coraggioso protagonista e suo zio cercano di dare una spiegazione alle misteriose morti, sparizioni e malattie che hanno coinvolto chi vi ha abitato.

L'orrore a Red Hook è stata una vera scoperta, ancora più coinvolgente del primo racconto. Lovecraft ci trascina in una città in preda al caos e soggiogata dalla delinquenza. Il poliziotto Malone deve fronteggiare una pericolosa gang, ritrovandosi ad indagare non solo su omicidi e rapimenti, ma anche sui misteriosi riti e le pratiche blasfeme che avvengono in questa città infernale. Non sarà facile lottare con le forze oscure che infestano Red Hook.
Malone è un personaggio a cui è facile legarsi. E' un uomo semplice, d'animo buono, con un passato che lo ha segnato nel profondo. Per tentare di combattere il male dovrà innanzitutto fare i conti con gli incubi e le paure che lo affliggono.

Lovecraft riesce a presentare due opere molto descrittive con assenza dialoghi senza risultare mai noioso.
Tiene il lettore in bilico tra suspense, brivido e terrore, i suoi ambienti sono ricchi di particolari, li puoi vedere con i tuoi occhi e ne puoi sentire gli odori (spesso cattivi).
E' uno dei grandi maestri della narrativa gotica, offre un horror raffinato così lontano dall'indecenza dello splatter contemporaneo.
Unico punto a suo sfavore, l'aver scoperto nel corso della lettura il suo lato razzista.

Lovecraft lo xenofobo - Aspetto controverso della sua personalità è la vena razzista che traspare dalle sue opere. I suoi personaggi sembrano dividersi in occidentali virtuosi e stranieri corrotti che spesso ricoprono il ruolo di antagonisti.
Lovecraft l'oscuro - Data la precisione con cui riporta alcune formule durante i rituali esoterici ha alimentato l'ipotesi che prendesse parte a qualche setta occulta. Sappiamo solo che si dichiarava ateo e che nelle sue opere non mostra un particolare interesse religioso né un amore verso il divino.

★★
L'eleganza dell'horror classico

Newton Compton, 0.99€, 128 p.
Prima edizione originale: 1924.

> Ti consiglio altri capolavori della letteratura dell'orrore: Dracula di Bram Stoker, Il monaco di Matthew G. Lewis, I racconti del terrore di Edgar Allan Poe, L'esorcista di William Blatty, Rosemary's Baby di Ira Levin.